Fino al 19 Marzo la mostra "I quattro elementi" di Francesco Galletti, la prima nella sua città natale, presso l'Apollo Spazio Arte di via Cesare Battisti a Messina.
"Presentare un artista alla prima personale nella sua città natale è sempre un compito piacevolmente carico di responsabilità e di sfide. L’iniziazione al mondo dell’arte segue traiettorie speciali e non esistono percorsi stabiliti: lo sviluppo e le prospettive di un artista sono materia misteriosa, il lavoro artistico smentisce continuamente quanto si è costruito.Tuttavia, l’esordio è un momento importante e delicatissimo perché in esso l’artista e il pubblico iniziano il loro rapporto: è il primo passo di una lunga relazione in cui sono frequenti e necessari gli scambi tra i ruoli di osservatori e di osservati. Francesco Galletti si è lungamente preparato a questo momento approntando i mezzi della sua espressione attraverso la formazione accademica e un attento studio dei grandi maestri dell’arte contemporanea: Pollock, De Kooning e l’espressionismo astratto americano.
Nella lezione di questi inquieti e potenti numi tutelari ha sviluppato lo strumento principale della sua arte: il segno. Il segno è la forma dell’espressione, l’unità linguistica con cui viene svelato il contenuto, la forma del pensiero e anche la manifestazione dell’io psicologico.
Francesco Galletti ha compreso il potenziale di questo strumento e in questo ciclo di opere mette alla prova le possibili combinazioni del suo segno all’interno di libere partiture di forme, toni, colori. Si tratta di un segno forte, vorticoso, sincopato e insistito, con cui l’artista crea un magma cromatico incandescente dove la scansione delle superfici, attraverso potenti sciabolate di pittura, crea un organico e multipolare campo di forze. L’artista ha messo alla prova la sua capacità di orchestrare questo linguaggio spontaneo attraverso il limite lineare di una possibile cornice pittorica, organizzando i segni anche in confronti tra diversi volumi, dove un segreto movimento nasce dal contrasto e le tensioni della sua pittura. Nei lavori presenti in mostra, l’impeto creativo trova spazio per organizzarsi in nuovi lessici di forme, dove il segno si fa elemento generativo di possibili architetture, all’interno delle quali l’occhio si muove continuamente incalzato dal pungolare degli angoli, delle linee serpentinate e spezzate, dai punti. Questa notazione, prevalentemente composta da toni scuri, è di volta in volta smorzata o contrastata dalle velature di colore che aprono sulla tela come armonizzazioni del discorso ritmico del segno. Esistono però anche episodi in cui l’artista prova la strada di un’integrazione giungendo a composizioni più morbide e “pittoriche”, esplicitando la creatività duttile e ricca di possibilità dell’artista.
La mostra oltre alle opere pittoriche, comprende anche un gruppo di opere grafiche che ci consentono di dare uno sguardo ravvicinato al laboratorio segnico dell’artista. Nella superficie della lastra, Galletti concentra la sua vena inventiva immaginando concerti di fantasiosi e originali movimenti del segno che da elemento prettamente lineare si trasforma in un corpo dinamico dalle forti caratterizzazioni plastiche. Sembra quasi che l’artista abbia instillato una scintilla di perpetuo movimento a queste vorticose girali in cui l’occhio indugia sui piacevoli effetti del colore all’interno dei solchi tracciati sulla lastra. Questo gruppo di opere grafiche costituisce certamente uno strumento per uno sguardo ravvicinato sulla genesi e i possibili sviluppi dell’arte di Francesco Galletti, tuttavia si tratta di un lavoro che va compreso per il suo valore autonomo e per le soluzioni specifiche che l’autore sperimenta. Le dimensioni ridotte consentono all’artista di sintetizzare con nettezza e linguaggio pregnante gli elementi della sua espressività. Su ampi e variegati campi cromatici, i segni di Galletti disputano battaglie d’avanguardia, retrocedendo o innestandosi in danze vorticose dove il segno minaccia di travolgere anche i limiti dell’opera. La tensione gestuale qui trova il metodo di un’ingegneria espressiva che scompone continuamente lo spazio e fa scontrare i segni in una tensione senza soluzione di continuità. D’altra parte, l’artista ha deciso di assegnare ai quattro elementi del mondo, Terra, Acqua, Aria e Fuoco la paternità della sua mostra d’esordio. Un battesimo ideale nelle forze costitutive della realtà e coerente con l’impeto creativo di Galletti che con questo interessante ciclo di lavori inizia la sua avventura nel mondo dell’arte."
Mosè Previti
FRANCESCO GALLETTI
È nato a Messina nel 1991, città dove oggi vive e lavora. Dopo il diploma al Liceo Artistico, si laurea in pittura all’Accademia di Belle Arti “Kandiskij” di Messina. Nell’agosto dello stesso anno, partecipa al XXVII concorso di pittura nazionale del Castello di Spadafora (Me) conseguendo il secondo premio della critica. All’ottobre del 2018, risale la sua prima personale alla Villa Barone Alfieri di Pozzallo.
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