Persone Care è una raccolta di racconti di Vera Giaconi edita da Sur incentrata sui legami affettivi tra le persone.
La raccolta è composta da dieci racconti tradotti da Giulia Zavagna e descrivono con precisione chirurgica i rapporti umani così come si manifestano nella quotidianità. In tal modo Giaconi va oltre la concezione comune che la persona cara sia quella legata a un’altra da una relazione di parentela, d’amicizia o di amore; ma bisogna includere anche chi si relaziona con noi con una certa frequenza anche per motivi professionali, ad esempio. Per la scrittrice uruguaiana persone care sono da intendersi quindi tutte le persone che si prendono o si sono prese cura di noi, suscitando i sentimenti e le reazioni più disparati.
È questo il caso del rapporto medico – paziente presente in “Limbo”: un racconto in cui la paziente viene a sapere che il suo medico curante, che ha scoperto la malattia di cui soffre facendola uscire dal limbo dell’incertezza, è ricoverato nello stesso ospedale di cui è primario e si ritrova incosciente senza una diagnosi chiara della malattia che lo ha colpito. Sentendosi tradita, si ritrova a provare un odio improvviso che non pensava affatto di covare.
Non mancano comunque i racconti che analizzano i legami familiari. È questo ad esempio il caso di “Survivor”, il racconto che apre la raccolta e che narra di una ragazza che non riesce a capacitarsi di come alla sorella – che vive negli Usa – non importi niente del fatto che il suo ragazzo sia stato uno dei partecipanti di maggior successo del reality show Survivor e che soltanto lì – in un’isola deserta dove può mettere in mostra le proprie capacità di adattamento e di sopravvivenza – riesce ad essere veramente se stesso mettendo a nudo la propria natura. Solo lei che guarda ininterrottamente le repliche del reality show che si trovano su internet è in grado di apprezzare veramente il “cognato” e prova invidia verso la sorella, che non si merita affatto un uomo del genere. Lei però sembra non capirlo e quando il fidanzato gli dichiara che intende partecipare nuovamente al programma, le sembra come di non aver mai conosciuto veramente l’uomo che ama.
I racconti, tutti molto belli e stilisticamente ben riusciti, si caratterizzano per una prosa solida e raffinata. Ogni racconto contiene inoltre al proprio interno delle epifanie che si rivelano all’improvviso e che, un po’ come nelle opere di Joyce, rivelano quel lato della natura umana – positivo o negativo che sia – che i personaggi non pensavano di avere. Personaggi così umani e veri nelle loro fragilità e imperfezioni in cui tutti si possono rispecchiare.
In conclusione, in Persone Care Vera Giaconi riesce a squarciare il velo dell’ipocrisia che spesso anima le relazioni umane e a rivelare con sincerità la realtà, anche la più inconfessabile, che vi sottende.
Roberto Cavallaro