Giuseppe Ungaretti nacque ad Alessandria d'Egitto l'8 febbraio 1888. Durante gli anni della scuola Ungaretti iniziò precocemente a provare un amore per la poesia, avvicinandosi alla letteratura francese e a quella italiana grazie alle opere di autori come Mallarmé, Baudelaire, Rimbaud e Leopardi. Nel 1906 la conoscenza con Enrico Pea, emigrato in Egitto da poco tempo, lo portò a dare vita alla "Baracca Rossa", un deposito di marmi e legname che presto divenne sede di incontri per anarchici e socialisti.
Nel 1912 si trasferì a Parigi per studiare all'università, frequentando le lezioni del filosofo Bergson e conoscendo molte importanti personalità come Apollinaire, De Chirico, Modigliani, Palazzeschi e Papini. Grazie a Papini, Soffici e Palazzeschi iniziò la collaborazione con la rivista «Lacerba». Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, partecipò alla campagna interventista come volontario, spostandosi fino in Francia per combattere. Alla fine della guerra Ungaretti rimase in Francia e da Parigi fu prima corrispondente del giornale Il Popolo d'Italia e poi impiegato all'ufficio stampa dell'ambasciata italiana. Nel 1920 il poeta sposò Jeanne Dupoix, dalla quale ebbe due figli. Nel 1921 si è trasferì a Marino, vicino Roma cominciando a collaborare con l'Ufficio stampa del Ministero degli Esteri.
Nel 1928 si convertì al cattolicesimo. Dal 1931 fu inviato speciale per «La Gazzetta del Popolo», compiendo viaggi in Egitto, Corsica, Olanda e in Italia meridionale. Nel 1942, dopo una parentesi da insegnante all’università di San Paolo del Brasile, Ungaretti tornò in Italia, ottenendo la cattedra di Letteratura moderna e contemporanea presso l'Università di Roma. Nello stesso anno la casa editrice Mondadori iniziò a pubblicare le sue opere. Nel 1970 ottenne un prestigioso premio internazionale da parte dell'Università dell'Oklahoma, negli Stati Uniti, dove si recò per l'ultimo viaggio. Morì a Milano l’1 Giugno 1970 a causa di una broncopolmonite.
Tra le tante opere, ricordiamo le principali: “Il porto sepolto” da l’Allegria, “Veglia” da l’Allegria, “I fiumi” da l’Allegria, “Commiato” da l’Allegria, “Non gridate più” da il Dolore.
Jules Verne nacque a Nantes, l'8 febbraio 1828. Ad undici anni, già mosso dallo spirito d'avventura, cercò di imbarcarsi clandestinamente sulla nave La Coralie, ma fu scoperto per tempo e bloccato dal padre.
A vent'anni si trasferì a Parigi per studiare legge, e nella capitale entrò in contatto con il miglior mondo intellettuale dell'epoca. Frequentò soprattutto la casa di Dumas padre, dal quale venne incoraggiato nei suoi primi tentativi letterari. Intraprese dapprima la carriera teatrale, scrivendo commedie e libretti d'opera; ma lo scarso successo lo costrinse nel 1856 a cercare un'occupazione più redditizia presso un agente di cambio a Parigi. Un anno dopo sposava Honorine Morel. Nel frattempo entrava in contatto con l'editore Hetzel di Parigi e, nel 1863, pubblicava il romanzo Cinque settimane in pallone. La fama e il successo giunsero immediatamente.
Lasciato l'impiego, si dedicò esclusivamente alla letteratura e un anno dopo l'altro - in base a un contratto stipulato con l'editore Hetzel - venne via via pubblicando i romanzi che compongono l'imponente collana dei Viaggi straordinari - I mondi conosciuti e sconosciuti e che costituiscono il filone più avventuroso della sua narrativa. Viaggio al centro della Terra, Dalla Terra alla Luna, Ventimila leghe sotto i mari, L'isola misteriosa, Il giro del mondo in 80 giorni, Michele Strogoff sono i titoli di alcuni fra i suoi libri più famosi. La sua opera completa comprende un'ottantina di romanzi o racconti lunghi, e numerose altre opere di divulgazione storica e scientifica. Con il successo era giunta anche l'agiatezza economica, e Verne, nel 1872, si stabilì definitivamente ad Amiens, dove continuò il suo lavoro di scrittore, conducendo, nonostante la celebrità acquistata, una vita semplice e metodica. La sua produzione letteraria ebbe termine solo poco prima della morte, sopravvenuta a settantasette anni, il 24 marzo 1905.