“La vita perfida” è un romanzo edito da e/o della scrittrice Maryse Condé, vincitrice quest’anno del “Premio Nobel alternativo per la letteratura 2018”. Come è ben noto quest’anno il Premio Nobel alla letteratura non è stato assegnato per lo scandalo sessuale che ha travolto uno degli accademici di Svezia. In sua vece è stato assegnato il “Premio Nobel alternativo per la letteratura 2018” dalla New Accademy, un’accademia istituita appositamente in via temporanea per garantire l’assegnazione di un premio letterario di caratura internazionale con lo scopo di valorizzare una letteratura capace di porre l’accento su principi, valori e diritti umani come la democrazia, l’empatia e il rispetto.
La scelta di premiare la scrittrice della Guadalupa è stata presa dagli accademici per la sua capacità di trasmettere ai lettori i drammi del colonialismo e la realtà postcoloniale, mettendo in evidenza il calore e la solidarietà umana utilizzando una scrittura precisa e travolgente in cui finzione e realtà si compenetrano a vicenda. È questo il caso de “La vita perfida” in cui i personaggi vivono al contempo in un mondo governato dalle antiche tradizioni caraibiche e dalla lingua creola e nel presente postcoloniale in cui emerge il loro desiderio di libertà e la voglia di riscatto sociale.
Nel romanzo si narra la storia dei Louis della Guadalupa, una famiglia nera cosmopolita in origine schiavi. Il fondatore della dinastia è il bisnonno Albert, detto Boccaccia d’Inferno, che nel 1904 abbandona la vita da schiavo fuggendo dalla piantagione di canna da zucchero in cui lavora e cerca riscatto a Panama, dove gli americani stanno realizzando il canale che collegherà Colón a Panama City. Qui, dopo aver condotto una vita dissoluta, si innamora di una giovane ragazza di origini giamaicane con cui metterà su famiglia. Dopo un primo tentennamento dovuto all’idea di trasferirsi negli Stati Uniti, poiché ha saputo che lì i neri vivono in condizioni di schiavitù lavorando nelle piantagioni di cotone, Albert decide di cercare fortuna nella Chinatown di San Francisco. Qui si rivelerà un uomo ambizioso e tenace con un forte senso degli affari, qualità che gli permetteranno di far uscire la famiglia dalla miseria e di condurre una vita ricca di cultura, viaggi e rispetto. Tuttavia il passato non si può cancellare. L’eredità del bisnonno Albert conterrà anche la vergogna e l’odio verso i bianchi per le umiliazioni e le vessazioni subite dalla sua razza e la confusa ricerca di identità etnica.
Era dai tempi di Naipaul che la letteratura caraibica non otteneva un riconoscimento così importante e che ha permesso a Maryse Condé di essere riconosciuta come scrittrice di caratura internazionale.
Roberto Cavallaro