Lavoro Sporco è una raccolta di racconti di crime fiction scritti da Mucho Mojo Club ed edita da CasaSirio.
I lettori più sfegatati della piccola e audace casa editrice romana hanno potuto già ammirare la precedente raccolta di racconti di Mucho Mojo Club: il collettivo letterario che unisce la libreria fiorentina Mucho Mojo, la casa editrice CasaSirio, scrittori e traduttori. L’antologia precedente - che ha avuto il merito di far conoscere ai lettori italiani scrittori thriller famosi in patria, come ad esempio lo statunitense Joe Clifford - ha visto la partecipazione del traduttore Sergio Altieri, della cui opera possiamo citare la traduzione dei romanzi del Trono di Spade. E proprio al traduttore italiano e alla libraria americana Tecla Dozio venuti a mancare improvvisamente è dedicata l’ultima novità di CasaSirio, che vede la partecipazione di nove scrittori di crime fiction tra cui Jeffery Deaver, famoso per i suoi romanzi thriller di successo come il “Il collezionista d’ossa” e legato da un profondo rapporto d’amicizia con la libraia sopracitata.
I nove racconti di “Lavoro Sporco” sono così pieni di suspense che vi terranno incollati fino all’ultima pagina e quando avrete finito di leggerli vorrete ricominciare il libro dall’inizio.
Difficilmente vorrete liberarvi di un ottuagenario malato di Alzheimer che nella vita ha fatto il rivenditore d’auto e il magnaccio e che vuole restare in carreggiata con le sue fedelissime escort non più giovanissime ma fonte di desiderio degli studenti del college; oppure di una band di musicisti scadenti mascherati da personaggi horror che pur di farsi apprezzare sono disposti a vendere l’anima a Satana; o ancora di una studentessa universitaria afroamericana alle prese con un padre killer pentito detenuto in un carcere di massima sicurezza e un fratello testa calda che invece entra in un brutto giro in cui sono coinvolte vecchie conoscenze paterne. Inoltre leggerete di un ragazzo che si trova suo malgrado a fare i chiodi a un balena spiaggiata su una spiaggia scozzese in compagnia di un amico ossessionato da Moby Dick la cui stravaganza mi ha ricordato la sana follia di “Freak” Antoni degli Skiantos; di un becchino sopravvissuto alla chiusura delle attività economiche a conduzione famigliare e allo spopolamento della piccola cittadina in cui vive dell’era reaganiana, svolgendo con i cadaveri un lavoro fin troppo sopraffino; e ancora farete la scoperta di un serial killer che tiene in scacco le forze dell’ordine milanesi, di una rete di immigrazione clandestina radicatasi in Inghilterra che alimenta il lavoro nero e la prostituzione e che il detective Kiley è intenzionato a smantellare e infine, un giovane pugile che dopo aver vagato in lungo e in largo per il selvaggio West si trova a dover affrontare un ultimo e proibitivo scontro contro un gorilla dalla forza sovrumana prima di poter approdare ai professionisti.
Combinando un perfetto mix tra plot investigativo, humour e in alcuni casi anche riflessione e critica sociale i racconti contenuti in “Lavoro Sporco” allieteranno le vostre giornate e, dopo aver goduto del piacere della lettura, non potrete fare a meno di consigliarli agli altri lettori.
La lettura di “Lavoro Sporco” è fortemente consigliata. Come in ogni raccolta di racconti che si rispetti ogni lettore ha il suo racconto preferito. Il mio è quello sulla studentessa afroamericana Juniper: la sua forza di volontà nel tenere unita una famiglia contrassegnata dal passato criminale e il desiderio di raggiungere i propri obiettivi affrontando un sistema ingiusto e corrotto mi hanno fatto affezionare particolarmente al personaggio e alla sua storia. Chissà quale sarà il vostro?
Roberto Cavallaro