Palazzo Scardino, pregevole architettura ottocentesca

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Maregrosso è un luogo che vide, molti secoli fa, il compirsi di uno dei miracoli più cari alla tradizione religiosa messinese, narrato con dovizia di particolari da Placido Samperi nel suo ponderoso libro “Iconologia della gloriosa Vergine Maria Madre di Dio Protettrice di Messina” del 1644: sulla spiaggia di Maregrosso, probabilmente in epoca medievale, due delfini sbarcarono una tavola raffigurante la Madonna col Bambino che trasportavano sul dorso, davanti ad alcuni allibiti pescatori intenti a rammendare le reti, per poi riprendere il mare e sparire alla loro vista. Maregrosso è ancora il luogo del mitico stabilimento balneare “Lido Sud” e conserva, nonostante tutto (altro miracolo), un bel palazzo del sec. XIX che versa nel più squallido e vergognoso abbandono. Si tratta di Palazzo Scardino edificato fra il 1860 e il 1868, pregevole esempio della corrente architettonica del Neoclassicismo messinese. 

Neoclassicismo che nella città dello Stretto aveva avuto, come massimi teorici e sostenitori, l’architetto Carlo Falconieri, lo scultore, architetto e scenografo Letterio Subba che lo insegnava nella locale scuola di disegno e di pittura che aveva aperto nel 1823 e il pittore e scenografo Michele Panebianco. Falconieri in particolare, nato il 20 ottobre del 1806 e morto a Roma il 15 marzo 1891, architetto, letterato e patriota, fu il vero teorico del Neoclassicismo a Messina: “[…] noi siamo salvi per i prototipi del bello, il Partenone, il Tempio di Giove Olimpico, la Concordia, Segesta, Selinunte, Siracusa, Taormina […]”, scriveva nel giornale Il Tiberino da lui fondato a Roma nel 1833 insieme a Giuseppe Servi e all’architetto Francesco Gasperoni in difesa del neoclassicismo e in aperta condanna del romanticismo, il cui programma si poteva sintetizzare nell’intenzione di “[…] gridare la croce addosso al romanticismo che minacciava di attossicare la pianta della nostra arte”. 
Nella sua città Falconieri progettò la fontana che prende il suo nome (1842) in Largo Basicò e la magnifica villa Landi a Boccetta (1847) ancora esistente. Fondato sulla cultura illuministica, sulla ricerca della verità assoluta con l’elaborazione di canoni proporzionali improntati su esempi classici, il Neoclassicismo “[…] non è una stilistica, ma una poetica; prescrive un certo atteggiamento, anche morale, nei confronti dell’arte e, benché fissi certe categorie o tipologie, consente agli artisti una certa libertà d’interpretazione e caratterizzazione […] ”Tutta l’architettura neo-classica si svilupperà come sviluppo di temi tipologici, cioè come ricerca di una sempre più precisa qualificazione dell’oggetto, la cui possibilità è implicita nello schema o tipo dell’oggetto stesso” (Giulio Carlo Argan). 

Per tornare a Carlo Falconieri, va messa in evidenza una notevole affinità nella fascia marcapiano con raffinate decorazioni spiraliformi di Palazzo Scardino con quella della cosiddetta “Palazzina Grill” che sorge a Minissale, sulla nuova strada statale 114 presso il bivio in direzione di Contesse, quanto rimane di una grande villa di campagna circondata da un vasto parco e fatta edificare, verso la metà dell’Ottocento, dal commerciante, banchiere e finanziere tedesco Federico Grill, giunto a Messina nel 1803. Il Grill fu anche figura di spicco nell’ambiente culturale, politico e sociale messinese, da mecenate di artisti locali a rivoluzionario antiborbonico nel 1848, ad amministratore dal 1843, fino alla morte (10 febbraio 1868), dell’ancora esistente “Ospizio degli Storpi di Collereale” (oggi “Casa di Ospitalità Collereale”).
La superstite “Palazzina Grill” originariamente era ubicata a conclusione, lato monte, del grande giardino cui si accedeva dalla villa molto più a valle, oggi scomparsa insieme alle pertinenze quando il terreno fu espropriato per consentire la realizzazione della nuova strada statale. In realtà, non avendo destinazione residenziale, la sua funzione era quella di costituire una sorta di “dependance” isolata per accogliere riunioni conviviali, una “Casa del The” o “Coffee House” peraltro frequente nelle tipologie architettoniche delle ville tedesche e anglosassoni. 

Probabilmente l’edificio di Contesse venne progettato da Carlo Falconieri per tutta una serie di considerazioni, quali l’interesse di Federico Grill per la cultura teatrale; i rapporti di committenza con Giacomo Conti, allora impegnato nel costruendo Teatro S. Elisabetta per il quale realizzerà il “velarium”; il fatto che Federico e il nipote Paolo fossero tra i fondatori del Circolo della Borsa che aveva sede nel teatro; la presenza di maschere teatrali nelle specchiature sottostanti le finestre del primo ordine; gli interventi di un certo rilievo, di Carlo Falconieri, per i dettagli ornamentali del Teatro del quale, tra l’altro, aveva presentato un suo progetto scartato in favore di quello redatto dal napoletano Pietro Valente. 
Palazzo Scardino a Maregrosso, per il suo nitido volume architettonico, per la sua eleganza formale classicamente impostata, per le sue pregevoli decorazioni in pietra calcarea che si illumina sotto i raggi del sole, per quel suo testimoniare di una stagione architettonica ed artistica che fu felice e prolifica per Messina, merita certamente di essere salvato e lo merita ancora di più se si pensa che ha superato, quasi indenne, il terremoto del 1908, i bombardamenti della Seconda guerra mondiale e le aggressioni speculative dei palazzinari d’assalto nostrani. 

Nino Principato