“Il mio romanzo viola profumato” è un piccolo libriccino di Ian McEwan pubblicato da Einaudi contenente un racconto breve pubblicato dall’autore inglese sul New Yorker e un saggio breve divulgativo dal titolo “L’Io”.
Tra il racconto e il saggio c’è una connessione profonda data dalla riflessione sull’individualità nella società odierna. Nel racconto Parker Sparrow e Jocelyn Tarbel sono due scrittori amici dai tempi dell’università. Dopo essersi laureato a pieni voti e aver pubblicato un romanzo di discreto successo, Parker si è visto col tempo oscurare dall’improvviso successo letterario di Jocelyn. Nonostante la vita avesse riservato ai due scrittori destini diversi, niente sembrava poter incrinare un’amicizia apparentemente ben salda.
Un giorno però Parker ebbe l’occasione della sua rivincita. Jocelyn era andato per qualche giorno in vacanza in Umbria con la sua compagna e per non lasciare la villa incustodita consegnò le chiavi all’amico fidato. Parker sapeva che Jocelyn stava lavorando a un romanzo ambizioso, che però non si decideva a pubblicare perché non lo riteneva all’altezza delle opere precedenti. Approfittando dell’assenza dell’amico si appropria del manoscritto e, cambiando qualche parola qua e là, lo pubblica col proprio nome. Il romanzo conoscerà il successo che Parker aveva sempre auspicato, mentre l’amico di successo – dopo essersi fatto convincere dal mondo delle belle lettere a pubblicare l’opera a cui stava lavorando – verrà ritenuto un impostore e la sua carriera letteraria si avvia a un rapido declino.
Nel saggio a compendio del racconto McEwan approfondisce con competenza il concetto di Io come “racconto incessantemente riscritto” e “storia che raccontiamo a noi stessi”, facendo riferimenti filosofici – ad esempio John Locke - ma anche sociologici, psicologici e ovviamente letterari. Un io che attraverso i selfie richiama sempre più la propria attenzione, ma che sarebbe sbagliato ridurre a entità precostituita, stabile, duratura e localizzata. Esso è in realtà un’entità dinamica e molteplice che si muove lungo le connessioni neuronali del nostro cervello, si manifesta col corpo attraverso i sensi e si rimette in discussione attraverso l’esperienza.
In conclusione “Il mio romanzo viola profumato” è una opera breve, scorrevole e al contempo profonda, che unendo narrazione e saggistica fa riflettere il lettore sulla società contemporanea senza annoiare. Un’opera che si fa rileggere con piacere e il cui prezzo contenuto – di soli 5,00 euro – è un ulteriore incentivo all’acquisto.