Una ragazza semplice

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Una ragazza semplice è una raccolta di racconti di Arthur Miller edita da Einaudi che ha per tema principale la felicità. I protagonisti dei tre racconti di questa raccolta, ambientata a New York tra gli anni trenta e quaranta, sono infatti alla costante ricerca della felicità, col risultato che c’è chi la raggiunge e chi è dovuto scendere a patti con la vita. Nel racconto che dà il titolo all’opera la protagonista è una donna ebrea e borghese di sessant’anni che a un anno di distanza dalla morte del secondo marito si sveglia nel letto immaginandoselo presente accanto a lei e va ritroso con la memoria per risalire all’agognata conquista della felicità.

Figlia di un ebreo arricchitosi nel settore immobiliare e di cui alla sua morte ha dimenticato le ceneri al bancone di un bar di Manhattan, Janice non è mai stata una vera bellezza nella sua vita ma terribilmente sexy. A causa della madre che le mostrava le modelle delle pubblicità delle riviste patinate, la protagonista del racconto a lungo pensò che bastasse ancheggiare per poter essere felice con gli uomini. Dopo un primo matrimonio con un libraio comunista che l’aveva conquistata non tanto per il suo aspetto fisico ma per l’ardore delle sue convinzioni, all’ingresso degli Stati Uniti nella Seconda Guerra Mondiale Janice capisce di non essere mai stata innamorata di lui e si getta in una serie di avventure occasionali. Quando il marito torna dal fronte e un giorno gli comunica di aver stuprato una tedesca in Baviera, la protagonista trova la forza di porre fine al matrimonio ed inizia a mettersi alla ricerca della felicità. Felicità che trova infine con un uomo non vedente di nome Charles che lavora per l’etichetta discografica Decca. Nonostante l’uomo sia non vedente fin dalla nascita, Charles è l’unico che sia riuscito fin dal primo incontro a conoscere Janice nel profondo. Così lei si lascia andare e si sposa per una seconda volta, sapendo grazie a lui di aver raggiunto la vera felicità e che la vera bellezza si trova nascosta sotto la pelle.

Nel secondo racconto, Fama, il protagonista Meyer Berkowitz è un commediografo di successo che si ritrova sempre nelle copertine delle riviste e che viene riconosciuto appena mette il naso fuori casa. Nel giorno della prima della sua ultima commedia in un teatro di Broadway, Meyer decide di fare un salto al bar di un ristorante cinese di Manhattan. Dopo aver preso due cocktail al bancone, il barman riconoscendolo gli comunica che un uomo desidera parlargli. Meyer si avvicina e – con sua grande sorpresa - scopre che l’uomo dichiara di conoscerlo da tempo, che erano stati compagni di banco al college e addirittura migliori amici. A Meyer però quell’uomo non risulta per nulla familiare, ma nonostante tutto decide di continuare la conversazione. Conversando con l’ex compagno di college Meyer apprende di non aver mai conosciuto la felicità. Che non basta essere il re di Broadway, intascare una montagna di denaro dalle commedie e apparire sulle copertine delle riviste per dirsi davvero felici.

Il terzo e ultimo racconto s’intitola La notte del carpentiere e vede come protagonista Tony Calabrese, un carpentiere di origini calabresi alle prese con un matrimonio infelice da cui non riesce a liberarsi. Tony lavora come carpentiere al Cantiere Navale di New York e le sue giornate scorrono sempre uguali: lavora dal tardo pomeriggio fino alle quattro di notte, poi fa colazione con l’amante Dora, torna a casa a prendersi un caffè e sta un po’ con i figli prima che vadano a scuola; in seguito fa un’oretta di sonno per poi alle dieci andare al cinema con Dora, fare del sesso con lei e infine rientrare a casa giusto in tempo per cambiarsi e andare al lavoro. Nel pieno della Seconda Guerra Mondiale Tony Calabrese si trova con i colleghi Hindu e Baldu a dover riparare le rotaie di un cacciatorpediniere che deve prendere il largo entro le quattro di notte. A Tony spetta una notte gelida e il compito che lo aspetta si dimostrerà più difficile del previsto a causa dell’acqua ghiacciata e del vento glaciale che impedisce alla fiamma ossidrica di riscaldare il metallo a dovere. Col suo ingegno e con l’aiuto di Baldu – Hindu si tirerà indietro – Tony riuscirà nel suo compito e nel pieno dello sforzo vivrà un attimo di redenzione in cui si rivelerà la falsità e l’ipocrisia dei rapporti umani: da Hindu - che faceva l’amicone ma che poi nel momento di difficoltà si era dimostrato l’infame che era in realtà - alla madre - che non si era fatta problemi a denunciare al nonno le cattive frequentazioni di Tony per costringerlo a sposare Margaret e impedirgli di realizzare il suo sogno di amore con l’irlandese Patty Morson – tutte le persone che aveva conosciuto non si erano fatte problemi a impedirgli di essere felice.

Con questa raccolta di racconti il grande drammaturgo Arthur Miller ha dimostrato di essere uno scrittore notevole, capace di descrivere le tensioni psicologiche insite negli esseri umani andando oltre la schematizzazione e semplificazione dei caratteri da cui il teatro, per come è strutturato, non può esimersi.       

Roberto Cavallaro