Francesca Borgia - Questo corpo non lo capisco più

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Un occhio si apre dentro un fondo dai colori acidi, in mezzo al contrasto tra le masse chiare e scure di segni. L’occhio non ha una pupilla ma due occhi, smarriti e incerti. Il corpo cui allude il titolo non c’è. L’artista presenta solo lo sguardo, la visione, come protagonista della sensazione evocata. Lo smarrimento ha un retro gusto ironico, la buffa impressione di essere al centro di qualcosa che non si riesce a comprendere.

Forse l’occhio interiore dell’artista si è aperto in un attimo di reale consapevolezza sulla sua parte animica e sulla sua sostanziale estraneità ai limiti della fisicità corporale. Così si prende ogni gusto di essere, anche estraneo a se stesso, e di aprirsi in un mare intenso e contrastato di sensibilità dolorosa quanto totalmente libera di spaziare e sfuggire alle certezze di una condizione definitiva. I pattern segnici tipici dell’artista evocano, in entrambe le campiture, un tramestio oceanico di pensieri e sensazioni dalle polarità opposte su cui l’ironia avanza nella sua forma occhiuta d’imbarcazione o di scoglio.

È difficile intravedere un movimento, l’artista si perde con il gusto di una smorfiosa provocazione o ironicamente ci manifesta il suo stato confusionale? Il fatto che ella ci renda partecipi di questo gioco semiserio induce a seguirla nel movimento inconscio delle cose che passano e mutano fuori e dentro di noi.