Nella settimana che porta alla Giornata Mondiale del Malato (11 Febbraio), proponiamo, in questa recensione, la lettura di "Cuori Cicatrizzati" di Max Blecher, un romanzo di formazione che analizza il rapporto del malato con la malattia. Pubblicato nel 1937 l’opera sarà in vendita per la prima volta nelle librerie italiane a partire dal 26 Gennaio grazie alla Keller editore, una piccola casa editrice altoatesina attenta alla valorizzazione della narrativa mitteleuropea.
Il romanzo tratta della disgrazia di un giovane studente di chimica, Emanuel, che scopre all’improvviso di essere affetto da tubercolosi ossea. Dopo un primo controllo medico al protagonista viene consigliato di trascorrere un periodo di ricovero al sanatorio di Berck, una località della Francia settentrionale bagnata dal Mare del Nord. Qui intraprende un percorso di guarigione e conoscenza di sé che lo porterà a fraternizzare con gli altri malati e ad incontrare possibili amori. Emanuel sente così esplodere la vita dentro di sé proprio quando la sorte diventa più implacabile. Un destino ingiusto a cui però il protagonista non può sfuggire.
Partendo dalla propria esperienza di malato - l’autore soffriva di tumore spinale - Blecher è riuscito ad abbattere con la sua scrittura la barriera della malattia per scavare nelle profondità della sofferenza umana, tanto del corpo quanto dell’anima, e descrivere il desiderio di ribellione dei degenti nei confronti di un destino crudele. Inoltre l’autore pone l’accento su come la malattia possa rendere crudeli ma, nonostante tutto, l’infermità non può essere un alibi per non voler affrontare il mondo. Anzi, la si deve trasformare in uno strumento positivo che possa indurre il malato a dire di sì alla vita proprio quando non c’è più scampo per la morte.
Autore di poesie e di due romanzi, Blecher scrisse le sue opere in un decennio - dal 1928 al 1938 - in uno stato di immobilità totale e di sofferenza inimmaginabile. Tuttavia, anche se il suo corpo era fermo, la sua immaginazione riuscì a spiccare il volo, lasciando opere che fin da subito furono ben recepite dai contemporanei. Tra gli apprezzamenti più sinceri vi sono quelli dello scrittore Eugéne Ionesco e molti critici letterari lo accostarono a grandi nomi come Franz Kafka, Bruno Schulz, Robert Walser o Thomas Mann. Inoltre Blecher tenne un’intensa corrispondenza con André Bréton, André Gide e Martin Heidegger.
Cuori Cicatrizzati è in conclusione un capolavoro riscoperto che è entrato recentemente nel novero dei classici del Novecento e la cui edizione italiana non può che far piacere ai lettori del Bel Paese.