“Energia Vitale”, un'opera che va oltre il suo valore artistico

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“Quadro Clinico”, la mostra che si terrà dal 15 al 27 gennaio nella Chiesa di Santa Maria Alemanna, ha un valore non solo artistico. Tra le 28 opere che verranno esposte, “Energia Vitale”, realizzata dal gruppo “Una stanza tutta per sé”, composto da pazienti-artisti dell’UOC di Oncologia Medica del Policlinico “G. Martino”, lancia, infatti, un forte messaggio sociale, culturale e medico, come traspare anche dalla parole del critico d’arte Mosè Previti: “Energia Vitale è una fantasmagorica e coloratissima rappresentazione di cellule neoplastiche. Una pittura vibrante di colore in movimento, cangiante e pieno di concretezza gestuale e tattile, che colpisce lo spettatore per la palpabile partecipazione emotiva che riesce a trasmettere. Le cellule sono diventate mondi, stelle, pianeti, mastodontiche creature oniriche immerse in uno spazio indefinito. Vi è una partecipazione ed un coinvolgimento del tutto evidenti. Ogni centimetro dell’immagine è vivificato da una costellazione di segni, che la muovono inarrestabilmente, risultato di un lavorio continuo, che ha trasformato l’opera in un coerente momento unico. Un mondo biologico e fantastico che vede al centro un’animula, lo spirito che, a braccia aperte, accoglie, fino a quasi farsi sollevare, queste forme di vita fantastiche. Forme che dovrebbero essere temibili, in verità, ricordiamo che si tratta pur sempre di cellule tumorali, ma che qui, grazie all’intervento dei pazienti che l’hanno incontrate e affrontate personalmente, sono diventate la fauna di un ambiente totalmente intriso appunto di energia vitale”. L’opera è divenuta, così, per la sua valenza emozionale ed il significato artistico il manifesto dell’intero evento “Quadro Clinico-Stare Bene con Arte”.    

Da tre anni è attivo, all’interno dell’UOC di Oncologia Medica con Hospice del Policlinico “G. Martino”, diretto dal prof. Giuseppe Altavilla, un corso di pittura per coloro che hanno avuto una diagnosi di tumore. L’iniziativa è nata dall’esigenza di aiutare ad orientare le cure considerando i vari bisogni della persona malata, che sono soltanto in parte fisici, ma pure psicologici, emotivi, relazionali, sociali e spirituali. Si è voluto, così, dare spazio alla “narrazione” dell’interiorità dei pazienti, avvicinandoli all’arte ed alla bellezza che ne deriva. L’intuibile scopo è di rendere più tollerabili le spesso drammatiche difficoltà che si presentano dopo una diagnosi di tumore e nel corso del suo trattamento. Entrare nella dimensione del dipingere, assieme al supporto psiconcologico, aiuta sia nel miglioramento delle relazioni che nell’espressione dell’interiorità, permettendo, così, di riappropriarsi della propria vita.

Omar Menolascina - Ufficio Stampa