Col romanzo “Norwegian Blues” edito da Iperborea lo scrittore norvegese Levi Henriksen narra le disavventure di Jim Gystad, un produttore discografico in crisi che da Oslo si trasferisce a Konsvinger per arrabattare qualcosa come elettricista, nella speranza di trovare una band che gli comunichi qualcosa. Jim infatti è stufo di riempire le casse dell’etichetta discografica per cui lavora, producendo canzoni preconfezionate volte soltanto a scalare le classifiche. Un giorno si presenta ubriaco in una chiesa presbiteriana di Konsvinger per fare da padrino al figlio del suo amico - che verrà battezzato quel giorno - quando rimane incantato da un canto celestiale. Jim scopre che a cantare quel canto profondo vibrante di vita sono i fratelli Thorsen, un trio folk di ottuagenari che negli anni ’60 aveva riscosso molto successo in Norvegia con le proprie canzoni di stampo presbiteriano, intraprendendo all’apice della popolarità una tournée negli Stati Uniti. Il produttore discografico trova qualcosa in cui credere e decide di provare in tutti i modi a riportare alla ribalta il trio Thorsen. Produrre un album con i Thorsen si rivelerà però più difficile del previsto. I tre fratelli sono restii, ciascuno per i propri motivi, a incidere un nuovo album e rilanciarsi nel mondo della musica.
Il mandolinista Timoteus, scontroso e passionale, non riesce a dimenticare di essere stato abbandonato dalla donna con cui si doveva sposare; la sorella Maria, chitarrista e seconda voce, invece non fu mai totalmente accettata dalla rigida e chiusa comunità presbiteriana per il suo look androgino e porta dentro di sé il dolore di essere stata presa in giro dall’ex marito americano; infine la seconda sorella, la cantante Tulla, dovette affrontare le barriere del razzismo e della segregazione razziale per sposare il suo amore afroamericano, un ministro protestante che aveva conosciuto durante la tournée e che morì tempo addietro in un incidente stradale causato dal ghiaccio. Jim però non è una persona che demorde e farà di tutto per raggiungere l’obiettivo prefissato.
Con questo romanzo Henriksen affronta con una scrittura scorrevole e coinvolgente i sogni e le difficoltà di chi lavora nel mondo della musica, dai produttori ai musicisti. Particolarmente interessanti sono le riflessioni sparse sul modo di fare musica e le citazioni di gruppi famosi, dai Creedence Clearwater Revival ai T-Rex passando per i Jethro Tull. A tal proposito è alquanto curioso come il nome del negozio di musica di Konsvinger rimandi alla famosa band progressive capitanata da Ian Anderson. In conclusione Henriksen è riuscito a scrivere un romanzo non banale su che cosa significa provare una passione viscerale per la musica e cercare di trasformarla in una professione. Come insegna lo scrittore norvegese non bisogna rassegnarsi alle prime difficoltà ma lottare, poiché “a volte il successo più grande sta nel fallire invece che ripetere sempre lo stesso successo”.