San Leone II - Un Papa messinese

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Nella via Garibaldi, dirimpetto al Teatro Vittorio Emanuele, esisteva un tempo la famosa fonte del Pozzo Leone (da cui la via attuale), così detta in onore del papa messinese Leone II che in quei paraggi aveva la casa di abitazione. San Leone fu il secondo dei cinque papi che ha avuto la Sicilia, successe ad Agatone e fu pontefice per meno di in anno, dal 17 agosto 682 al 3 luglio 683. Fu poi santificato dalla Chiesa: "siciliano, figlio di Paolo, eloquentissimo, nelle divine scritture sufficientemente perito, esercitatissimo nel greco e nel latino, nel canto e nella salmodia, più che scolastico pulito ed erudito; eccitatore di ogni opera buona, maestro piacevole e carissimo al popolo, amante della povertà e sommamente caritatevole" (Liber Pontificalis del 1955).

Uomo molto colto, le sue lettere furono così interessanti da essere unite a quelle dei Padri della Chiesa, istituì "l'aspersione dell'acqua benedetta sui fedeli" e lo "scambio del segno della pace" nella messa, in uso ancora oggi nella Chiesa cattolica. Fece restaurare la chiesa di San Giorgio al Velabro a Roma e rifece l'accordo con la Chiesa di Ravenna, la quale rinunciò al privilegio, ottenuto nel 666 con l'imperatore Costante II, di essere indipendente dalla Chiesa di Roma. Nel 683 ordinò sacerdote il palermitano Sergio, che nel 687 divenne il terzo Papa siciliano col nome di Sergio I. Morì il 4 luglio 683 ed è sepolto in San Pietro. La sua festa si celebra il 28 giugno. Giuseppe Buonfiglio e Costanzo, nella sua "Messina Città Nobilissima" del 1606, lo chiama "messinese" e aggiunge "Papaleoni, nobili antichissimi, la cui famiglia si estinse, come di simili e altre cose il tempo fura e consuma. Dicesi questa famiglia esser discesa da Papa Leone Messinese, e secondo di questo nome sedendo nell'anno 682.".

Placido Caraffa, nel suo libro "La chiave d'Italia" del 1670, di lui così scrive: "Vidde poi Messina l'Ecclesiastico Triregno sul capo venerabile di Leone Secondo Suo nobilissimo cittadino figlio di Paolo; che regnò nel Pontificato dieci mesi, e diecisette giorni; uomo di molta sperienza, Santità e dottrina: come può facilmente argomentarsi dall'opere, che ad utilità pubblica scrisse divinamente. Così non doveva all'illustrissima Zancla mancare questa prerogativa, d'essere fortunata Patria di Sommi Pontefici, ascritti nel catalogo de' Santi". Una delle 18 porte della Palazzata del 1622, prossima alla sua abitazione, era a lui dedicata e recava la scritta "Portam Leonam". In sua memoria, perfino il tratto di torrente dal mare al viale Aranci, prese il suo nome e in suo onore, il quartiere da Giostra a Boccetta venne denominato "San Leone".

Nino Principato