Ogni anno, il 21 giugno, si celebra la Giornata mondiale di sensibilizzazione sulla SLA, la Sclerosi Laterale Amiotrofica, una malattia che colpisce nel mondo circa 450.000 persone.
La SLA è una malattia neurodegenerativa progressiva dell’età adulta, determinata dalla perdita dei motoneuroni spinali, bulbari e corticali, che conduce alla paralisi dei muscoli volontari fino a coinvolgere anche quelli respiratori.
Fu scoperta per la prima volta nel 1869 dal neurologo francese Jean-Martin Charcot, ma ottenne l’attenzione internazionale nel 1939, quando fu colpito il giocatore di baseball Lou Gehrig.
La SLA colpisce solitamente persone di età compresa tra i 40 ei 70 anni, e si stima che in Italia siano presenti più di 6.000 persone affette da questa patologia.
Nella maggior parte dei casi nei pazienti con SLA le capacità cognitive e sensoriali rimangono intatte. L’aspettativa di vita dopo la diagnosi è mediamente di 3-5 anni, anche se il suo decorso presenta diverse manifestazioni in ogni paziente che ne è affetto. Circa il 20% vive cinque anni o più; circa il 10% più di dieci anni. La sopravvivenza negli ultimi anni è aumentata considerevolmente, grazie ai miglioramenti nella gestione clinica, nella presa in carico e per la diffusione di supporti tecnologici.
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