A Messina le processioni della Settimana Santa si fanno risalire alla fine del secolo XVI o agli inizi del XVII. Una prima rievocazione della Passione di Gesù venne realizzata nel 1508 sulla piazza del monastero carmelitano (ordine con la sede nella chiesa di San Cataldo) in occasione della visita di Raimondo di Cardona Viceré di Sicilia e Napoli.
Una delle processioni più sentite e suggestive è quella delle “Barette”, il Venerdì Santo, che escono dalla chiesa del Nuovo Oratorio della Pace in via 24 Maggio e, nello stesso luogo, vengono custodite durante l’anno.
Si tratta di un evento religioso che risale al 1610, anno in cui si deliberò di promuovere e realizzare una processione di statue rievocanti la Passione di Cristo. Il termine "baretta" deriva dal fatto che, in origine, si portavano in processione cinque «machine d’argento e di finissimi cristalli» rappresentanti i «misteri dolorosi», appunto dette «bare»; infatti, si tratta di una sorta di catafalco a forma di bara con il Cristo morto che viene portato a spalla; a questo catafalco seguono altre bare.
I gruppi statuari, realizzati in varie epoche, sono in cartapesta, gesso e legno. Particolarmente suggestiva è quella del “Cristo che cade sotto il peso della Croce”, realizzata in cartapesta nel primo Settecento dal ceroplasta messinese Giovanni Rossello, rifatta dopo il 1908, e, quella de “l’Ultima Cena”, di Matteo Mancuso, del 1846, anch’essa rifatta sullo stesso modello dopo il terremoto.
Altre “Barette” di pregio sono “l’Orazione nell’Orto”; il “Cristo flagellato” (sec. XVIII); l’”Ecce Homo” (sec. XVIII); il “Crocifisso”; “L’Addolorata”; il “Cristo nella bara”; “la Pietà”. La manifestazione è organizzata e gestita dalla ” Confraternita del SS. Crocifisso Ritrovato”.
Articolo di Nino Principato
Foto di Lucia Florio