Il 12 maggio si celebra la Giornata Mondiale della Fibromialgia, una malattia cronica caratterizzata da dolori muscolari diffusi associati ad affaticamento, rigidità, problemi di insonnia, di memoria e alterazioni dell'umore.
La fibromialgia colpisce una percentuale variabile tra l’1 e il 3% circa della popolazione mondiale, in Italia sono circa 2 milioni, e più spesso donne in età adulta. Il disturbo può comparire in modo graduale e aggravarsi con il passare del tempo, oppure può comparire dopo un evento scatenante.
Non esiste una vera cura per questo problema, tuttavia sia i farmaci, sia un approccio mirato al rilassamento e alla riduzione dello stress possono aiutare ad alleviare i sintomi.
Le cause esatte dell'insorgenza della fibromialgia non sono note, gli esperti la riconducono ad un insieme di fattori genetici, infettivi, ormonali, traumi fisici e psicologici. In chi soffre di questa patologia la soglia del dolore è più bassa della norma a causa di un aumento della sensibilità cerebrale agli stimoli dolorosi.
La sindrome fibromialgica non è una malattia mortale, non provoca danni tali al nostro organismo da accelerare il processo di morte, tuttavia è una patologia altamente debilitante, spesso associata a sindromi ansioso-depressive, con disturbo del sonno e dell'umore, “La fibromialgia non si vede, non lascia segni sulla pelle o causa ferite che gli altri possono vedere. E' un solitario dolore disperato.”
È importante, ora più che mai, far sentire la vicinanza alle persone colpite da questa patologia e sensibilizzare ulteriormente la popolazione.
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