Come una storia d'amore - Nadia Terranova

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Se si vuole comprendere Roma il miglior modo di farlo è raccontarla agli altri come una storia d’amore. È quello che fa Nadia Terranova in Come una storia d’amore, una raccolta di nove racconti edita da Giulio Perrone Editore in cui il lettore viene indotto a perdersi nei quartieri e nelle borgate della capitale per abbattere i pregiudizi razziali e di genere, o ancora la concezione della famiglia come gruppo sociale monolitico e precostituito, e conoscere le storie di personaggi dalla vita spezzata – prigionieri del passato o spaventati da un presente complicato e incerto –  o dalla voglia di mettersi in gioco e scommettere sul futuro.

In tutti i racconti i protagonisti avvertono la necessità di una lingua privata e famigliare che gli permetta di stare nel mondo e di essere felici. Come nella realtà alcuni ci riescono mentre altri rimangono attanagliati nella solitudine.

Il libro si apre con Via della Devozione, un racconto che lascia il segno in cui la storia di Teresa – una donna anziana colpita da un ictus a cui si deve il nome popolare della via, perché quando era una giovane sposina incinta prendeva il fresco ai piedi della statua della Madonna –  si intreccia con le storie della trans Andrea (figura ispirata a Andrea Olivero, una trans realmente esistita vittima di omofobia nel 2013) e della londinese Saba, una giovane musicista trentenne che soffre di depressione e che a causa del colore della pelle viene presa per un’africana. Le tematiche del razzismo e della multiculturalità vengono riprese in altri racconti come Corvi al Pigneto, Il primo giorno di scuola e La lavanderia sbagliata. Quest’ultima è una storia di integrazione e amicizia tra un’italiana e una bengalese di nome Nilima che gestisce la lavanderia insieme a un marito autoritario, che ha assunto le peggiori abitudini della capitale, e che spera un giorno di raggiungere la sorella in Canada.

Altri racconti trattano invece di vite congelate in attesa di una nuova primavera, come ad esempio Freezing, in cui la protagonista Veronica è una parrucchiera che per un’estate intera ha dovuto affrontare un blocco emotivo senza precedenti la cui causa scopriremo leggendo il racconto.

Uno dei miei racconti preferiti della raccolta è Il primo giorno di scuola in cui la protagonista decide di frequentare un corso di ebraico alla scuola del Ghetto di Roma non per leggere la Bibbia in originale, ma per potersi relazionare con gli abitanti del quartiere e comprendere la loro vita quotidiana. Lo studio porterà la protagonista a interrogarsi sul significato profondo di alcuni termini ebraici e a guardare il Ghetto con occhi diversi, realizzando così quell’incontro con l’altro che è quanto di più bello ci sia nell’essere umano.

Questo racconto mi ha fatto ricordare le pause pranzo trascorse al Ghetto con gli amici della Scuola Librai a mangiare panini e gelati kosher nell’attesa di riprendere le lezioni a palazzo Mattei, in via Caetani. Quel quartiere è a mio parere uno dei più belli al mondo con quella integrazione perfetta tra l’arte ebraica del Tempio Maggiore (la sinagoga) e le rovine romane del portico di Ottavia ed è sempre molto bello sapere che anche altre persone sono affezionate ai nostri stessi luoghi, come il panificio e la gelateria del Ghetto.

In conclusione i racconti di Come una storia d’amore di Nadia Terranova si leggono tutto d’un fiato e ci fanno riflettere su tematiche di attualità che non possono lasciarci indifferenti. Anche a distanza di tempo si ha la voglia di riprendere la lettura dei racconti senza incorrere nel rischio di annoiarsi.

Lo Stretto è stato attraversato con successo.  


Roberto Cavallaro