Sono trascorsi diciannove anni dalla morte del giovane Thomas Hardcastle, avvenuta al ricevimento in grande stile tenuto dalla famiglia omonima nella tenuta di Blackheat House. Da quel momento la famiglia Hardcastle non è stata più la stessa, andando incontro a un inesorabile declino.
Nel tentativo di riabilitarsi nell’alta società inglese i coniugi Lord Peter e Lady Helena Hardcastle indicono un ballo in maschera aprendo gli inviti a tutti quei banchieri, ufficiali, medici e avvocati che ben conoscono la famiglia e la sua residenza di campagna molto raffinata. Infatti in essa è possibile ammirare statue e stucchi pregevoli che non passano sicuramente inosservati agli ospiti. D’altra parte anche quest’ultimi non hanno alcuna intenzione di sfigurare e venire meno all’etichetta, non rinunciando allo sfarzo dovuto alla loro posizione sociale.
Il problema è che questa non è una festa come tutte le altre. Come un orologio da tasca che ha bisogno di ricaricarsi per funzionare, lo svolgimento della festa si ripete immancabile giorno dopo giorno. Alle undici di sera la morte colpisce senza ritegno a Blackheat House. Nel momento in cui le maschere appaiono, in particolare quella del medico della peste, ed esplodono i fuochi d’artificio gli ospiti vedono sbucare dal nulla Evelyn, la giovane e bella figlia dal corpo esile e la capigliatura bionda dei coniugi Hardcastle, mentre si abbandona nel laghetto antistante la casa a causa di una ferita mortale al ventre dovuta a un colpo di pistola.
Ironia della sorte, Evelyn trova la morte proprio dove diciannove anni prima era stato ucciso il fratellino Thomas di cui lei – e ancor meno il fratello Michael – ha un vago ricordo. Gli ospiti si trovano loro malgrado a far parte di un gioco spietato e uno di loro in particolare, Aiden Bishop, si trova a passare da un corpo all’altro degli ospiti principali per tentare di risolvere l’enigma e identificare l’assassino di Evelyn. Il problema è che la trasmigrazione dell’anima ha i suoi pregi ma anche i suoi difetti. Può capitare, per esempio, di entrare nel corpo di un medico spacciatore di oppio che ha perso la memoria come anche nel corpo di un banchiere pingue dai movimenti lenti ma dall’intelligenza affinata. Pertanto Aiden Bishop dovrà sfruttare appieno le qualità di ciascun ospite per porre fine al macabro gioco; anche perché non ha molto tempo: qualcuno è intenzionato a impedirgli di uscire vivo da Blackheat House.
Con una scrittura densa e calibrata Stuart Turton ha scritto un thriller innovativo, a metà tra i gialli di Agatha Christie e la serie televisiva Black Mirror, che ha trovato i favori della critica e sta riscuotendo consensi tra i lettori di tutto il mondo. Le sette morti di Evelyne Hardcastle è risultato vincitore del Costa First Novel Award e ha consacrato Turton come uno dei più acclamati scrittori inglesi del momento.
Roberto Cavallaro